fast runner
00lunedì 5 ottobre 2009 15:20
cena, date e menù
ok per la cena, vi propongo tre date della prox settimana in modo che magari siamo pronti anche con la consegna dei completini:
Lunedì 12
Mercoledì 14
Venerdì 16
naturalmente la cena è aperta a tutto il gruppo più amici e parenti.
Qualsiasi becco voglia partecipare se manda un post con la data preferita si fa a maggioranza.
Menù:
Pasta integrale (80 grammi) olio extra vergine delle colline livornesi e formaggio parmigiano
Bresaola della valtellina (135 grammi) con pomodori pachino e radicchio rosso trevigiano
Macedonia di frutta al naturale
Fette biscottate integrali con miele di acacia
3 noci americane
1 flacone Cellofudde
Bevande: Pura acqua naturale della fonte dei carabinieri
Gatorade al limone
Red Bull
fast runner
00giovedì 8 ottobre 2009 17:06
Un livornese alla Maratona di New York
In ottobre, una luce particolare avvolge questa città, rende i colori caldi e l’aria frizzante, preannunciando l’evento podistico più popolare al mondo. Per queste strade, fra poche settimane, si correrà la maratona di New York un avvenimento che ormai sento parte integrante del ciclo delle stagioni. Di questi tempi mi prendono una frenesia particolare e una folla di ricordi ed emozioni mi riempiono la mente: le sgambate alle 6 di mattina quando la città si inizia a svegliare lungo i larghi marciapiedi del centro sino ad arrivare al parco, lo scoppio di cannone sul ponte di Verrazzano, l’incitamento di familiari e amici durante in gara, la gioia mista a commozione sul traguardo in Central Park e tante altre grandi e piccole storie legate a questa corsa.
Sono orgoglioso di aver già corso e terminato 5 maratone di new york consecutive ed essere il livornese che ne ha concluse di più (insieme al Picchi). La prima è stata quella del 2004: il mio passato sportivo era fatto di nuoto, pallanuoto, poi in età più adulta passa per la mountain bike e lo sci alpino, in tutto ciò la corsa era sempre stata un dato presente ma solo propedeutico per le altre attività. In tutto questo però non so esattamente perché la maratona di new york rappresentava per me un sogno, una sfida impossibile, pur non sapendo assolutamente niente di maratona in generale, neanche la vera distanza da percorrere, quei famosi 42,195 km che per primo percorse Filippide per coprire la distanza che separa Maratona da Atene ed annunciare la vittoria degli ateniesi sui persiani per poi morire avendo effettuato uno sforzo che va al di la delle possibilità umane.
Ad aprile 2004 senza aver ancora mosso un passo decido di informarmi e scopro che per partecipare è necessario fare l’iscrizione attraverso una major italiana che ha dei pettorali garantiti che vende con un pacchetto che comprende volo e albergo, ad aprile ci sono rimasti disponibili gli ultimissimi pettorali per la maratona che si correrà la prima domenica di novembre. L’istinto, la pazzia hanno il sopravvento e decido di accettare la sfida. Pensate che New York con i suoi 40.000 partecipanti è la maratona con più numerosa del mondo, ma le domande superano ogni anno quota 200.000, eppure la corsa ha origini piuttosto modeste. Nel 1970 la prima maratona di New York si svolse interamente a Central Park (4 giri del parco) e fu completata da 55 corridori, tutti uomini. Fred Lebow, ideatore e direttore della maratona, riuscí poi a portare la corsa fuori dal parco. In quegli anni, correre per le strade della città era cosa limitata a pochi “pazzi”. Lo svolgersi di questo evento per le strade di Manhattan e, successivamente, attraverso i 5 “Borough” di New York City ha avuto un impatto enorme nel diffondere la passione per il correre tra uomini e donne di ogni età, cultura, grado di istruzione e possibilità economiche. Da allora l’evento è cresciuto fino a raggiungere proporzioni gigantesche. La partenza è da Staten Island e subito attraverso il ponte Da Verrazzano si arriva a Brooklin, poi si incontra il Queens ed attraverso il Queensbourogh Bridge si entra per la prima volta a Manhattan, dopo si incontra il Bronks ed attraverso Harlem si rientra a Manhattan per terminare all’interno di Centra Park dove tutto ebbe inizio.
Ho ancora negli occhi lo sguardo perplesso di Ignazio quando ci presentammo al box (Piero era da poco sceso sotto i 100kg e puzzava ancora del fumo delle sigarette), dicendogli che da li a sei mesi avremmo partecipato alla maratona di New York e che avevamo iniziato a correre da ben due settimane.
4 novembre 2004, la mia prima, fu un’esperienza indimenticabile e, tagliato il traguardo, capii subito che l’avrei ripetuta. Tutti i corridori, anche se distrutti dalla fatica o dal dolore fisico, sembravano accomunati dalla determinazione di provarci ancora. Ho cosí partecipato a 5 maratone di New York, vivendo momenti di grande soddisfazione anche da un punto di vista cronometrico ed altri meno, ogni volta la sfida era diversa ma i traguardi che mi ponevo sono sempre stati realistici, iniziando con l’intento di terminare la maratona per arrivare al tentativo coronato di scendere sotto il muro delle 3 ore. Ogni volta c’era il brivido – per un semplice amatore della corsa come me – di vedere “poco più avanti” il gesto atletico dei grandi corridori che andavano ad arricchire la storia della maratona. Con orgoglio nazionale ero fiero di ripercorrere le strade che furono di Giacomo Leone vincitore nel 1996 sulla scia dei due successi di Orlando Pizzolato e di quello di Gianni Poli negli anni ’80 ed anche del terzo posto del grande Stefano Baldini (2:09:31) e della vittoria di Franca Fiacconi nel 1998.
Da allora ogni anno è stato per me un’esperienza unica ed indimenticabile, alternando buone prestazioni ad altre ricche di difficoltà ma non per questo meno importanti, come per esempio nel 2007 quando al quarantesimo km resto vittima di un crampo alla gamba destra, così mi fermo per allungare il muscolo e nel piegarmi mi viene un crampo anche alla sinistra e cado a terra con tutti i muscoli delle gambe contratti. Il pubblico che in tutto il percorso è presente con il numero incredibile di 2 milioni di persone si prodigò per massaggiarmi, stirarmi la muscolatura e rimettermi in piedi, così sono ripartito e dopo i primi passi incerti ho ripreso con una corsa claudicante che ha fatto esplodere in un boato le migliaia di persone li attorno che avevano vissuto il mio piccolo grande dramma.
Piccoli e semplici fatti che forse – al di là dei grandi numeri e delle competizioni – racchiudono il fascino irresistibile della maratona di New York: la condivisione universale di uno spettacolo in cui tutti sono protagonisti e tutti partecipano con impegno, passione e rispetto.
New York è soprattutto questo, l’energia impressionante della città che ama e abbraccia i corridori. Cittadini di New York (gli italiani e gli ispanici di Brooklyn; gli ebrei ortodossi e gli asiatici nel Queens; gli afro-americani del Bronx) gridano e applaudono i maratoneti del mondo.
New York è la maratona più importante del mondo, forse ancora più prestigiosa dell’olimpiade o perlomeno sullo stesso piano, il poter correre con questi campioni per un podista equivale a giocare un finale di coppa dei campioni fra Inter e Real Madrid per un giocatore di pallone e la meraviglia è che il pubblico incita e partecipa di più al passaggio dei podisti della domenica rispetto al passaggio dei campioni perché sanno che siamo noi che abbiamo più bisogno della loro spinta per arrivare al limite di quelle che sono le nostre forze.
Il boato che si sente alla fine del Queensbourogh bridge entrando a manhatan verso il 26 km è una delle emozioni più forti che abbia mai provato in vita mia.
Marino Biancotti
Belinda@
00giovedì 8 ottobre 2009 23:26
Per RI-Fast (dalla supplente)
Aggiungerei che mancano parecchie maiuscole e che la distanza percorsa da Filippide era circa 40km: la misurazione di 42,195km (poi divenuta convenzionale) risale alla maratona delle Olimpiadi del 1908, quando - per far sì che l'arrivo fosse proprio davanti al palco reale - la distanza di 26 miglia esatte si trasformò nei 42,195 km che tutti noi ormai conosciamo.
P.S. Il maestrino sta invecchiando, certi dettagli ormai gli sfuggono
tizianopierulivo@tiscali.
00venerdì 9 ottobre 2009 07:39
Dettagli
Non sono sceso nei dettagli dello scritto di Fast, come appunto sono le maiuscole, per motivi di discrezionalità. La precisazione sulla nascita e la lunghezza della maratona, pur se forbita, non credo che interessi il pubblico che leggerà l'articolo.Al pubblico gli importa una sega , abituato com'è a bersi le balle delle T.V.
Come vedi Fast, appena offri un dito , si prendono il braccio. Nella fattispecie quella carognona di Belinda, l'infieritrice...
...
tizianopierulivo@tiscali.
00venerdì 9 ottobre 2009 11:00
BUGIARDA E INCOSCIENTE ( MINA)
L'hai spadellata ( la notizia), l'hai spadellata. Menti sapendo di mentire. Vergognati e scusati
.
Per il Nuovo Ginghiale che avanza: io non ho corretto nulla , ho semplicemente raccolto un invito di Fast. Se non lo avessi fatto , avrei guadagnato una brutta figura ...